Facciamo un po’ di chiarezza. Il problema della sostituzione di una caldaia tradizionale con una caldaia ecologica va affrontato con cognizione tecnica. La sostituzione della caldaia deve essere rivolta principalmente al risparmio energetico e, cioè, ad abbattere i costi della bolletta del gas, che possono essere totalmente eliminati. Ovviamente bisogna essere consapevoli di cosa dobbiamo fare, di quali sono le problematiche da affrontare e quali sono i costi reali e i risparmi in soldoni.

Innanzi tutto facciamo una prima precisazione, che è fondamentale per inquadrare le motivazioni che ci spingono ad una scelta di questo genere:

  • lo facciamo per risparmiare e non per concorrere agli incentivi del Conto Termico,
  • lo facciamo perché è giusto scaldare le nostre case e i nostri posti di lavoro con una coscienza ecologica,
  • lo facciamo (in ultima analisi) anche perché possiamo detrarre dalla dichiarazione dei redditi il 50% dei costi sostenuti (questo fino al 31 dicembre 2013 – D.L. n. 63 del 4 giugno 2013).

Si tratta di una precisazione essenziale per proseguire con le nostre valutazioni, perché se affrontiamo il discorso con una coscienza speculativa, rischiamo di slittare fuori strada, magari cedendo alle allettanti promesse di congrue incentivazioni che non arriveranno mai. Il Conto Termico, che prevede laute remunerazioni da parte del GSE, si applica solo alle caldaie definite in Classe 5, una tipologia che in Italia viene già prodotta ma che non ha ancora ottenuto le previste certificazioni e che, proprio per questo motivo, se acquistata all’estero, costa molto di più del suo reale valore. Per le caldaie in classe 5 sta difatti accadendo esattamente ciò che accadde ai pannelli fotovoltaici nel 2007, quando vi fu una immonda corsa ad incentivi più che succulenti. Alla fine, in questo caso, chi ci guadagna è il produttore (guarda caso straniero) e non l’utente finale.

Restiamo pertanto in un ambito più consapevole. Acquistare oggi una caldaia a pellet o, ancora meglio, a legna e pellet conviene perché ci libera in tutto o in parte dalle bollette del gas che, come ben si sa, sono molto costose e che prevedono conguagli di fine stagione che, per molti versi, sono insostenibili dalle famiglie.

Perché dico in tutto o in parte? Le caldaie possono essere utilizzate per il solo riscaldamento o anche per l’acqua sanitaria. In questo secondo caso il gas resterebbe attivo per il solo uso dei fornelli che, però, potrebbero essere sostituiti con piastre ad induzione. Solo in questo terzo caso ci si staccherebbe completamente dall’approvvigionamento di metano, gas GPL, bombole o gasolio.

Quali sono gli inconvenienti?

Premetto che parleremo a lungo di questo tipo di soluzione, che noi prediligiamo per il benessere dell’ambiente e del portafoglio, ma se volessimo riassumere in poche parole le negatività di una caldaia a pellet, dobbiamo riconoscere che nulla è comparabile alla comodità di essere attaccati alla rete nazionale: apro il rubinetto, accendo la fiamma ed è tutto fatto. Per quanto riguarda il pellet, la caldaia va caricata (come si faceva una volta quando le stufe erano a carbone) e il tubo di scarico dei fumi (camino) non può essere composto da letterizi, ma deve essere un tubo in acciaio in doppia camera che, però, quasi sempre può essere inserito nello scarico già esistente.

Quali i vantaggi?

A nostro avviso non c’è paragone con gli inconvenienti. A che prezzo viene pagata la comodità? Non parlo soltanto del costo in euro, ma anche del pericolo di un malfunzionamento con la conseguente perdita di gas che, come sappiamo, miete diverse vittime ogni anno. La caldaia a pellet è una caldaia sicura, pulita, che non emette fumi così nocivi, che non sporca, che non ha bisogno di revisioni. Se viene utilizzato un pellet di buona qualità e se lo sfiato dei fumi è stato ben progettato, al suo interno la caldaia rimane pulita per tutto l’anno. Se, inoltre, si tratta di una caldaia che può funzionare sia a legna che a pellet, esistono degli automatismi per i quali l’alternanza legna – pellet viene gestita senza l’intervento di alcuno: finita la legna, parte il pellet.

Una parola infine sui risparmi reali (ma su questo argomento torneremo più analiticamente molto presto). Un chilo di un buon pellet costa Euro 0,25, mentre un litro di gasolio costa Euro 1,72. Per comparare i consumi, dobbiamo dire che per l’equivalente di 1 litro di gasolio sono necessari, 2,12 kg di pellet. Quindi per risparmiare Euro 1,72 di gasolio dobbiamo acquistare Euro 0,530 di pellet. Abbiamo risparmiato Euro 1,19 sul costo unitario della materia prima per la combustione.

Nel caso del rapporto gas – pellet, una unità di gas, che costa Euro 1,05, equivale a 1,56 kg di pellet. Quindi al posto di Euro 1,05 spenderemo Euro 0,39 con un risparmio netto unitario di Euro 0,66 per l’acquisto del combustibile. Niente male anche in questo secondo caso.

Pubblicato martedì 15 Ottobre 2013 da Alberto Mancini