Si chiama Masdar e nasce nelle vincinanze di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, dove si è svolto recentemente il World Future Energy Summit 2012 per raccogliere esperienze e iniziative delle migliori aziende e dei migliori progettisti di tutto il mondo.  Anzi, diciamo che la città di Masdar confina con l’aeroporto di Abu Dhabi. E’ una città che attualmente ospita 5.000 persone, principalmente studenti e operatori nel settore dell’edilizia sostenibile e dell’energia proveniente da fonti rinnovabili.

Entriamo in Masdar dalla porta principale, controllata a vista da personale di guardia. Il pulmino su cui viaggia la delegazione italiana, composta da alcune privilegiate aziende selezionate dal GSE, il Gestore dei Servizi Energetici al 100% composto da capitale del Ministero dello Sviluppo, ci lascia davanti ad un atrio di chiara ispirazione universitaria. Al centro il plastico della città che sta nascendo e che, entro il 2025, dovrà ospitare 40.000 abitanti. Case, viali, negozi, locali di ritrovo, fontane, palme nati dal nulla nel bel mezzo del deserto e destinati a diventare un modello per il mondo intero. Qui, nel regno del petrolio, gli arabi ci stanno dando una lezione di vita, creando la prima città che nel mondo è e sarà in grado di sostenersi energeticamente senza consumare un soffio di gas, un grammo di carbone o una goccia di petrolio.

La città, nella parte già ultimata, appare come uno di quegli agglomerati urbani moderni, satelliti delle nostre più grandi città. Costruzioni nuove, colorate di un rosso purpureo che bene contrasta con il verde dei giardini. Come è ormai d’abitudine nelle nuove costruzioni, la concezione è quella di isolare il più possibile gli interni dagli esterni, in modo che si possa risparmiare energia per il raffrescamento estivo (qui d’inverno ci sono circa 20 gradi costanti). Un sistema centralizzato di condizionatori consente un controllo continuo ed intelligente dei consumi elettrici.

Ogni braccio abitativo è sormontato da pannelli fotovoltaici ed al momento la potenza nominale è di un megawatt sui tetti e di 10 megawatt a terra. Interventi geotermici consentono un uso corretto delle acque per l’irrigazione e il quotidiano.

Trattandosi di una città che raggiunge e supera i 40° all’ombra nel periodo estivo, doveva essere risolto il problema di una confortevole abitabilità anche degli spazi esterni. Per questo motivo, sfruttando ed attualizzando tecnologie ataviche, all’interno delle piazze vengono costruite grosse tensostrutture a torre, completamente vuote all’interno, che generano naturalmente flussi d’aria ascensionali, tali da provocare all’interno e nelle vicinanze delle piazze stesse, un effetto vento molto forte e, in questi casi, molto gradevole perchè refrigerante. I flussi d’aria, resi ancora più freschi da “polveri” d’acqua, vengono poi inglobati verso le pareti delle case grazie a soluzioni architettoniche d’avanguardia, ma assolutamente naturali.

La circolazione all’interno della città viene garantita da piccoli veicoli elettrici, semoventi quindi senza pilota, che seguono percorsi su banda magnetizzata e che rispondono a comandi di alt e start inviati mediante un piccolo schermo digitale a disposizione dei passaggeri. Ovviamente il tutto viene controllato in remoto da una centrale operativa che può essere gestita anche da un solo addetto.

Masdar, dunque, non è più soltanto un sogno come fu presentato qualche anno fa da società tedesche in simbiosi con gli emirati, ma è una realtà ormai consolidata e in veloce espansione.

Siamo lieti di avere avuto il privilegio di visitarla e di presentarla ai nostri lettori.

Lorenzo Lo Vecchio

Pubblicato venerdì 20 Gennaio 2012 da Alberto Mancini