Azzerare la bolletta elettrica, facendo pagare l’energia al sole: ecco il sogno di tante famiglie che sempre più vorrebbero rendersi indipendenti da crescenti accise, da un’Iva che non possono recuperare, dai costi di trasporto dell’energia e delle perdite di rete, che nelle voci analitiche non appaiono più, ma che continuiamo inconsciamente a pagare ogni bimestre. Oggi questo sogno si può realizzare, grazie all’evoluzione degli accumulatori di energia prodotta da impianti fotovoltaici, che garantiscono una continuità di rifornimento e di rilascio dell’energia, anche quando i pannelli non producono. In sostanza si utilizza una sorta di serbatoio di scorta, cui si attinge secondo le proprie esigenze.
Come funziona? Ci stacchiamo definitivamente dalla rete? E’ legale?
Innanzi tutto è necessario rivolgersi a professionisti di progetto, affinché la scelta dei materiali sia consona all’utilizzo necessario e non crei problematiche in tempi medio-brevi. L’accumulatore deve essere di dimensioni ridotte, ma di facile accesso per ogni tipo di manutenzione. Deve anche prevedere la comunicazione di dati in loco o via internet, per un controllo sulla corretta funzionalità degli apparati. Normalmente questi strumenti sono dotati di rotelle per facilitare gli spostamenti e, di conseguenza, la pulizia dei locali, sono anche dotati di un tuch-screen intuitivo e di un sistema di raffreddamento efficiente e poco rumoroso.
Ovviamente non tutti gli accumulatori sono così virtuosi e per questo importante è la scelta, anche e soprattutto in funzione delle sue caratteristiche tecniche e della capacità di dialogare con il generatore di energia (pannelli fotovoltaici) e con la rete. La sua funzione è quella di ottimizzare la produzione di energia, catturando tutti i chilowattora che non vengono assorbiti dal fabbisogno interno all’atto della produzione, rilasciandoli nel momento in cui i consumi interni avrebbero bisogno di attingere energia dalla rete. Di fatto si sostituisce alla rete elettrica esterna, pur rimanendovi collegato. In questo modo la rete fornirà energia all’interno dell’utenza soltanto nei momenti in cui l’accumulatore dovesse non funzionare per motivi di manutenzione o nel caso di esigenze particolari. Pertanto, vale la pena ripeterlo, utilizzando l’accumulatore la bolletta non subisce incrementi per acquisti di energia dalla rete, perché quell’energia ce l’ha fornita il nostro impianto fotovoltaico, anche la notte quando l’impianto è spento.
L’inserimento di accumulatori di energia nel nostro impianto fotovoltaico è del tutto legale e, direi, indispensabile ora che non esistono più gli incentivi del Conto Energia. L’AEEG, difatti, ha indicato al Ministero dello Sviluppo l’esigenza di fare pagare all’utente gli oneri di rete, anche quando ci si trova in regime di Scambio sul Posto. In sostanza, secondo tali indicazioni, se io produco energia con il fotovoltaico e la immetto nella rete, quando la rete me la restituisce io non pago il chilowattora ma continuo a pagare accise e oneri. Con il sistema di accumulo questa stravaganza viene aggirata, perché l’accumulatore viene visto dalla rete come un semplice elettrodomestico e tutto quello che succede all’interno dell’utenza non è visibile all’esterno.
Un avvertimento è però necessario: non tutti gli accumulatori in commercio sono adatti a risolvere l’esigenza di autosufficienza al 100% e non tutti gli accumulatori in commercio sono dotati di una parte elettronica che soddisfi. Questa componente è molto importante per ottimizzare consumi e fornitura, ma soprattutto per garantire un uso corretto e duraturo delle batterie. Infine, vale la pena ricordare che anche l’accumulatore di energia rientra nelle detrazioni fiscali del 50%, legate al fotovoltaico.
E, se si volesse essere ancor più virtuosi nel risparmiare sui costi energetici, sarebbe consigliabile convertire anche la propria illuminazione in lampade a led. Riducendo i consumi, si riduce anche la potenza dell’impianto fotovoltaico necessario e del tipo di accumulatore, con evidenti vantaggi sui costi dell’investimento.
Vorrei mettere in evidenza queste poche righe pubblicate sul sito del GSE.
Impianti incentivati dal GSE: interventi di modifica della configurazione impiantistica mediante installazione di sistemi di accumulo
sistemi di accumulo, modifica configurazione, impianti, GSE
Categoria: GSE Servizi |20 Settembre 2013
Con riferimento alle richieste di chiarimenti pervenute al GSE in merito alla possibilità d’installazione di sistemi di accumulo su impianti già ammessi agli incentivi, si precisa quanto segue.
Nelle more della definizione e della completa attuazione del quadro normativo e delle regole applicative del GSE per l’utilizzo dei dispositivi di accumulo, ai fini della corretta erogazione degli incentivi, non è consentita alcuna variazione di configurazione impiantistica che possa modificare i flussi dell’energia prodotta e immessa in rete dal medesimo impianto, come ad esempio la ricarica dei sistemi di accumulo tramite l’energia elettrica prelevata dalla rete.
A tal proposito si rammenta che il GSE, nel caso in cui dovesse accertarne la sussistenza, nell’ambito delle verifiche effettuate ai sensi dell’art. 42 del Decreto Legislativo 28/2011, applicherà le sanzioni previste dal medesimo articolo, ivi inclusa la decadenza dal diritto agli incentivi e il recupero delle somme già erogate.
Salvatore, hai pienamente ragione, difatti nell’articolo che ho appena pubblicato si specifica che “l’inserimento di accumulatori di energia nel nostro impianto fotovoltaico è del tutto legale e, direi, indispensabile ora che non esistono più gli incentivi del Conto Energia”. E’ del tutto evidente, dunque, l’incompatibilità con gli incentivi statali e che, dunque, si tratta di un procedimento legale sui nuovi impianti. L’articolo mi sembra piuttosto chiaro.
Vorrei condividere le seguenti riflessioni sulla definizione :
” non è consentita alcuna variazione di configurazione impiantistica che possa modificare i flussi dell’energia prodotta e immessa in rete dal medesimo impianto, come ad esempio la ricarica dei sistemi di accumulo tramite l’energia elettrica prelevata dalla rete ”
Un sistema di accumulo , se interposto a valle del differenziale generale ed a monte dell’impianto servito( come un UPS ) non puo’modificare i flussi di energia prodotta ed immessa , modifica la quota di autoconsumo , non oggetto di vincoli e/o accordi con il GSE .
Bastano due TA che gestiscano la ricarica con gli esuberi del rapporto autoproduzione/autoconsumo ed impediscano la ricarica da rete , quest’ultima né conveniente , né auspicabile ed in accordo con la norma sopracitata .
Stefano, noi che facciamo questo mestiere e che, facendo questo mestiere, teniamo aggiornati coloro che hanno necessità di conoscere la reale convenienza di una operazione, non possiamo ingannare il cliente e non dobbiamo nemmeno proporre qualche cosa per la quale, poi, bisogna affrontare ricorsi e controricorsi. Quella del GSE non è una norma scritta, ma una interpretazione della Legge che, pur tuttavia, va rispettata. Inserire accumulatori di energia in impianti incentivati con il Conto Energia è un mal di testa, anche se ottimizza gli incentivi. La norma (o la sua interpretazione) tende ad evitare che lo scambio sul posto possa identificarsi con il Quinto Conto Energia che, al contrario, lo esclude. I sistemi di accumulo, invece, sono molto favorevoli per gli impianti allacciati senza incentivazione ed è su questo che bisogna puntare per il futuro del fotovoltaico. Viceversa si rischia di sporcare un mercato che ha invece bisogno di chiarezza e onestà.
Si in effetti ho letto l’articolo un pò di corsa, comunque ci sono state ditte fino a qualche giorno fà che hanno pubblicizzato sistemi di accumulo con questo slogan:
“Sistema di accumulo pensato
sia per impianti esistenti,
sia per nuovi impianti”
e chissa quanti l’avranno anche comprato e installato?!
A parte che su questa cosa bisognerebbe fare chiarezza ,in quanto secondo me la legalità potrebbe dipendere anche dall’utilizzo che se ne fà di questa corrente. Altrimenti credo che chi ha un’impianto fotovoltaico non debba neanche ricaricarsi il telefonino.
Bastava solo dire che questi sistemi non debbano immettere in rete la corrente accumulata e il resto credo che si spieghi da solo……….
Salvatore, ognuno si esprime come crede. Io penso di farlo piuttosto bene. Spero che la polemica sia conclusa qui.
Volevo dire due riflessioni sulla questione:
A) trovo molto assurdo prevedere impianti con accumulo non connessi, perché anche se ben dimensionati ci sarà sucuramente un momento in cui abbiamo bisogno della rete e un altro momento che l’energia prodotta è in surplus! Cosa facciamo in questo caso, buttiamo via l’energia verde prodotta?
B) a tal proposito credo che il sistema di accumulo sia compatibile con lo SSP proprio alla luce di evitari preziosi sprechi di energia pulita!!
A voi le risposte.
Filippo
Filippo, in merito alla riflessione A: non abbiamo mai parlato di impianti stand alone, ma di impianti che si rendano indipendenti, pur restando connessi con la rete. In ogni caso l’accumulatore è in grado di leggere i parametri di produzione e di consumo e di caricarsi per quanto serve. Ovviamente, si tratta di sapere progettare adeguatamente l’impianto in modo che la produzione non saturi mai l’accumulatore, prima dell’autoconsumo. In merito alla riflessione B: lo scambio sul posto sarebbe preferibile evitarlo, perché è poco conveniente, dovendo in ogni caso pagare accise e oneri di rete.
Buongiorno, mi scuso per il ritardo nella risposta ma sono stato impegnato, comunque in merito alle risposte avute mi vien da pensare che eventuali surplus di produzione devono per forza andar perdute! O altrimenti cosa fare?
Filippo, se questa è una tua convinzione … Esperienza e tecnologia dicono che non è come la pensi tu.
Buongiorno Lorenzo,
premettendo che starei davvero valutando la possibilità di realizzare un impianto FV con accumulo avrei,però, bisogno di chiarirmi con riferimenti normativi la mia perplessità circa l’estendimento dell’interpretazione del GSE(20 Settembre 2013) anche ad impianti non incentivati.
Intendo cioè l’impossibilità di realizzare accumulo anche su impianti fv di attuale realizzazione e non solo su quelli incentivati.
Questo al fine , per come dicevi anche tu prima, di evitare poi eventuali problemi da parte GSE e di tipo Fiscale.
Ti ringrazio anticipatamente per la tua risposta che sono sicura mi chiarirà tale aspetto.
Francesca, il GSE ha voce in capitolo, qualora sia acceso un rapporto commerciale di Ritiro Dedicato o di Scambio sul Posto per impianti non incentivati. Ovviamente ha voce in capitolo ancor più per gli impianti incentivati. Se però tu realizzi un impianto fotovoltaico con sistema di accumulo interno, pur mantenendo un allaccio alla rete nazionale, l’accumulatore si presenta alla rete come un semplice elettrodomestico, per il quale non devi chiedere alcuna autorizzazione. In questo caso, come per gli impianti “stand alone”, tu non avrai alcun rapporto con il GSE, perchè tu hai creato un’isola di produzione elettrica che resta all’interno del tuo appartamento e che non dialoga con la rete. Ovviamente tutto quanto tu realizzi deve essere a norma, ma questo non è un problema che riguarda il GSE. Sul piano fiscale, se realizzi il tuo impianto entro il 31 dicembre prossimo, potrai godere della detrazione del 50% sui costi sostenuti, spalmata in 10 anni. Per dirla tutta, esiste una indicazione della AEEG secondo cui gli oneri di rete dovrebbero essere pagati anche da coloro che auto consumano l’energia prodotta, ma questo vale solo per il regime di Scambio sul Posto che con gli impianti ad accumulo non ha nulla a che vedere.
Ho un fotovoltaico da 3 Kw. Vorrei aggiungere un gruppo di accumulo. Ma mi sembra che i prezzi adesso siano molto alti. Forse conviene aspettare che si abbassino un poco come è successo con il fotovoltaico? Grazie per la o le risposte. Luigi P. Barzaghi
Luigi Paolo, questo invece è il momento migliore, perchè siamo in un periodo di lancio del prodotto. Scrivimi alla mail aziendale info@progemaenergia.it e ti produrrò un preventivo.
io ho istallato gia da 2 anni l’impianto di accumulo, riceve energia dalla rete come una normale utenza ( linea luci ) e con un timer mi da energia alla linea luci nelle ore notturne . inverter/caricabatterie della ………….. e 4 batterie da 6 v da 240 ah ciascuna . il gse non puo’ dirmi nulla perché consumo energia come un utenza caricando batterie e non cedo nulla lla rete . spesa totale 1800 euro .
Giorgio, grazie della tua testimonianza.
La distribuzione delle informazioni rappresenta l’elemento essenziale perché la cultura dell’energia esca dall’imbuto della logica del solo profitto. Oggi si deve “Investire per Risparmiare”.
Come già per il FV a Concentrazione abbiamo iniziato un percorso di sperimentazione e raccolta dati in modo relativamente elementare ed empirico.
Abbiamo realizzato un impianto fotovoltaico che provvede a caricare un paco batterie che a sua volta alimenta una palina di ricarica per l’auto elettrica (di tipo residenziale) e un illuminatore allo stato solido (Led) da 100W. Ovviamente con tutta la elettronica di servizio. L’impianto è visibile e visitabile in azienda a Seveso e i dati raccolti formati in un database saranno disponibili a titolo gratuito, come già quelli per la Concentrazione Fotovoltaica.
Conosco molto bene e ho piena stima per l’ingegner Franco Invernizzi, che ci scrive e che ospito volentieri sul nostro blog. Lo conosco perchè abbiamo condiviso esperienze, convegni in Italia e all’estero, passione per questo settore non sempre ripagata da chi avrebbe dovuto farlo. Quanto mette a disposizione è certamente di grande valore informativo e tecnico. Potremmo organizzare una visita presso la sede di Seveso di Arimaeco, per un confronto e scambi di opinioni. Scriveteci, se interessati, a info@progemaenergia.it .
giorgio scrive:
12 novembre 2014 alle 11:57
io ho istallato gia da 2 anni l’impianto di accumulo, riceve energia dalla rete come una normale utenza ( linea luci ) e con un timer mi da energia alla linea luci nelle ore notturne . inverter/caricabatterie della ………….. e 4 batterie da 6 v da 240 ah ciascuna . il gse non puo’ dirmi nulla perché consumo energia come un utenza caricando batterie e non cedo nulla lla rete . spesa totale 1800 euro .
Questa sembra una idea ottima.
Mi da l’ impressione che si comincia a vedere o trovare le possibilità di fare un qualche cosa a prezzi accessibili.
Posso dare dei dati in modo che “giorgio” si metta in contatto con mè ?
Luigi, abbiamo lasciato a Giorgio la nostra mail. Se vorrà, potrà scriverci per chiederci il suo indirizzo.