L’aumento delle bollette elettriche scatterà in due tranche: l’aumento del 5,8% dell’energia elettrica da aprile, non comprende l’aggiornamento per gli incentivi diretti alle fonti rinnovabili e assimilate che pesano per un ulteriore 4% circa. L’Autorità ha ritenuto di applicare alle bollette elettriche questo ulteriore aggiornamento solo a fine aprile, a garanzia dei diritti acquisiti. Il contatore fotovoltaico sul sito del GSE decretava il superamento della soglia dei 13 GW di potenza con 341.707 Impianti in esercizio e 5.619.990.534 di euro di costo annuo, da qui la necessità di provvedere al Quinto Conto Energia che superi il limite dei 6 miliardi annui, portando la quota incentivi ad un livello superiore.
Mentre le associazioni di categoria chiedono a gran voce l’immediata apertura di un tavolo di confronto con il Governo,dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini (nella foto) arrivavano delle precisazioni: “Non c’è alcuna sorpresa in arrivo per il settore del fotovoltaico”. In un comunicato ufficiale diffuso venerdì scorso, Clini ha spiegato che “la revisione del Conto Energia è prevista dal decreto del 2011 e, come è noto, deve portare a una riduzione degli incentivi tenendo conto dei prezzi attuali dei moduli fotovoltaici e dell’esigenza di non superare il limite di 7 miliardi l’anno”.
Il “Quinto Conto Energia” sarà pronto a breve, assicura il ministro. “Gli incentivi dovranno riguardare gli impianti di piccole dimensioni per l’autoconsumo domestico e industriale, favorendo l’integrazione del solare con l’efficienza energetica e sostenendo l’innovazione tecnologica. In questo modo, gli incentivi rappresentano un forte fattore di crescita, che si accompagna agli effetti del credito di imposta (55%) e al successo del Fondo rotativo di Kyoto.
Inoltre gli incentivi dovranno sostenere gli investimenti nelle zone industriali dismesse, per avviare una nuova industrializzazione sostenibile in aree strategiche per il nostro sviluppo. In ogni caso, sarà inclusa la copertura per gli investimenti già in corso.
Oggi il contributo si avvicina ai 6 miliardi di euro l’anno, e le nuove regole sono preparate in anticipo rispetto alla scadenza, in modo da dare più tempo a consumatori e imprese. Oltre agli effetti ambientali, ci sono anche altri vantaggi nelle fonti rinnovabili di energia.
“Per esempio, mentre pesano sulle bollette, al tempo stesso con un meccanismo opposto – osserva Clini – le fonti pulite di energia abbassano il costo del chilowattora e soprattutto riducono il fabbisogno di combustibili fossili, che sono d’importazione, con un vantaggio netto sulla bilancia dei pagamenti del Paese”.
Infine il ministro sottolinea che “la promozione del fotovoltaico integrato con l’efficienza energetica nelle aree urbane è una componente del progetto nazionale per le smart cities e la diffusione della produzione distribuita di energia ad alta efficienza e basso impatto ambientale”.
Continua il Ministro dell’Ambiente: “Dare la colpa del costo anomalo dell’energia in Italia alle rinnovabili e al fotovoltaico vuol dire operare una distorsione della realtà ignorando i danni prodotti dalla rigidità del sistema. La nostra competitività è legata alla capacità di essere protagonisti del passaggio da un sistema elettrico composto da poche grandi centrali a un sistema molto articolato che alimenti le reti intelligenti e le smart city” ha commentato Clini in una intervista rilasciata il primo aprile al quotidiono La Repubblica..
Le rinnovabili, ricorda il ministro dell’Ambiente, comportano non solo costi ma anche vantaggi, in termini di incremento del prodotto lordo, aumento del gettito fiscale, diminuzione del picco diurno della domanda, maggiore occupazione, miglioramento della bilancia commerciale. “Mettere in contrapposizione la riduzione della bolletta energetica e il sostegno alle fonti rinnovabili, come ha fatto recentemente l’Autorità per l’energia, è un errore strategico”, sottolinea Clini. “Rischieremmo di uscire dal settore delle rinnovabili mortificando la capacità innovativa del Paese, penalizzando l’industria nazionale, aumentando la disoccupazione: sarebbe come abbandonare la telefonia negli anni Ottanta, prima del boom. Possiamo invece spingere sul pedale dell’efficienza e delle energie pulite e contemporaneamente alleggerire il costo delle bollette”.
Come? Anzitutto, propone Clini, pulendo le bollette “eliminando gli oneri impropri. Continuiamo a pagare per il Cip6, per il nucleare, per gli sconti concessi alle grandi industrie energivore come le acciaierie”. Inoltre, secondo il ministro, per finanziare la fase finale dello sviluppo delle energie rinnovabili occorre trovare altri canali. Per esempio, il sistema degli incentivi “dovrebbe essere collegato al vantaggio prodotto in termini di miglioramento della bilancia commerciale”.
Oltre a ciò, aggiunge Clini, “nello schema di di riforma fiscale messo a punto dal Governo c’è una carbon tax, cioè un’imposta sulle emissioni di anidride carbonica, inserita in un percorso che serve ad alleggerire il carico di tasse sul lavoro. Servirà a dare ossigeno all’economia: è quello di cui oggi abbiamo bisogno”.
Fonte: http://www.casaeclima.com
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