Il Quinto Conto Energia è arrivato finalmente al traguardo, dopo un lungo e sofferto iter. La necessità di varare la nuova normativa, già prevista del famigerato Quarto Conto Energia, opera tragicomica del precedente governo Berlusconi in un periodo in cui la fantasia era quella del nucleare, era stata fatta propria dai ministri Passera e Clini, ma aveva immediatamente sviluppato perplessità e proteste.

Le perplessità erano scaturite da una errata valutazione del mercato, laddove i propositi erano quelli di favorire la produzione nazionale (o comunque europea), mentre la normativa andava in tutt’altra direzione. Gli incentivi erano stati tagliati in considerazione della diminuzione dei prezzi dei materiali, soprattutto in ordine a pannelli e inverters. Le proteste, invece, erano scaturite dal fatto che l’industria del fotovoltaico, già così pesantemente colpita dal precedente Conto Energia, rischiava di liquefarsi tra debiti e licenziamenti.

L’iscrizione al registro, necessaria per impianti superiori ai 12 kwp, era poi la ciliegina su una torta confezionata senza zucchero, uova e latte, quindi in una parola immangiabile.

In realtà le cose non stanno così come i due ministri erano stati informati (molti credono che la prima stesura del Quinto Conto Energia non fosse farina del loro sacco). Innanzi tutto se è vero che i costi di pannelli e inverter sono diminuiti (ma si continua a registrare una paurosa oscillazione dei prezzi), è altrettanto vero che sono spropositatamente aumentati i costi della burocrazia, perchè laddove un solo ingegnere poteva occuparsi di progettazione e pratiche autorizzative, oggi bisogna pagarne tre. Ne derivava che, se le aziende installatrici volevano mantenere un congruo fee, dovevano necessariamente ricorrere a prodotti provenienti da India e Cina. Il fatto, poi, che ila prima stesura del Quinto Conto Energia non prevedesse un premio per l’utilizzo del materiale UE, sembrava essere una sorta di incentivo al contrario.

Inoltre era stato anche abolito il premio previsto per lo smaltimento dell’eternit, vero incentivo ecologico e strumento di grande valore per coloro che sono in trincea a vendere gli impianti.

A questo punto è apparso ovvio che gli estensori del Quinto Conto Energia avevano preso un abbaglio, oppure erano ben altri i motivi di quel testo, non certo quelli di uno sviluppo delle rinnovabili, così come più volte dichiarato dai due ministri. In particolare le contraddizioni appena descritte sono apparse evidenti alle amministrazioni locali, che più volte hanno richiesto modifiche migliorative, cosa che ha richiesto anche il Senato, oltre alle associazioni di categoria e agli ambientalisti.

Così, dopo tanti pararei negativi, nella riunione del 6 giugno scorso la Conferenza Stato-Regioni ha battezzato la nuova stesura del Quitno Conto Energia, che entrerà in vigore il primo ottobre (non più il primo luglio), soltanto qualora sia stato raggiuntio il tetto di 6 mialiardi di incentivi da almeno 30 giorni. Altrimenti slitterà ancora.

Nel nuovo testo sono stati recepite le richieste migliorative ed in particolare:

  • tre eurocent di premio per l’utilizzo del materiale europeo
  • tre eurocent di premio qualora si sia in presenza di smaltimento di coperture in eternit
  • elevazione del monte incentivi da 500 milioni a 749 milioni di euro
  • ingresso libero per impianti inferiori ai 100 kwp
  • incentivi più remunerativi per impianti inferiori ai 20 kwp
  • esenzione dal registro per impianti a concentrazione e di caratteristiche innovative
  • facilitazioni per impianti su strutture pubbliche e agricole

Forse siamo sulla buona strada. Speriamo che non cambino idea un’altra volta.

Lorenzo Lo Vecchio

 

 

Pubblicato lunedì 11 Giugno 2012 da Alberto Mancini