Finalmente una norma che da tempo aspettavano gli operatori del mondo fotovoltaico e delle energie rinnovabili più in generale. Da troppo tempo il ballo dei prezzi ed una concorrenza spinta fino oltre il limite del sottocosto aveva messo in allarme chi con serietà e responsabilità verso l’intero settore, lo Stato e il cliente in primis, si è spesso trovato in difficoltà, nonostante ci si muova in un ambito normativo dalle maglie molto strette.
La richiesta da parte del GSE del documento antimafia, rilasciato dalle prefetture locali, non è stato mai considerato sufficiente per impedire che gli impianti, che pure godono di incentivi dello Stato e che – quindi – sono realizzati con l’apporto dei soldi di tutta la comunità, venissero spesso pagati, in tutto o in parte, con la formula del “nero”.
Abbiamo visto e denunciato al GSE impianti barattati con fatture sottostimate e, persino, con regalie varie, fra cui lussuose automobili. Si tratta di evasione fiscale e dell’IVA che, se già è cosa deprecabile in una situazione di scambi commerciali abituali, lo è ancor di più quando le transazioni avvengono in un ambito di incentivazione statale. Significa, in poche parole, che chi compie queste azioni fuori legge, non solo evade ma anche, dopo avere evaso, si prende i soldi dello Stato. Inaccettabile.
Si apprende con soddisfazione, dunque, che si amplia l’elenco delle circostanze dalle quali si desume l’esistenza di tentativi di infiltrazione mafiosa nelle imprese e negli appalti. La novità è contenuta nello schema di decreto legislativo, approvato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri in prima lettura, che modifica e integra il decreto legislativo n. 159/2011 (Codice delle leggi antimafia).
Le nuove regole sono soprattutto mirate a seguire con precisione la tracciabilità dei documenti contrattuali e dei pagamenti. Il che vuol dire che se un impianto fotovoltaico viene pagato con fatture sottostimate o non viene pagato affatto con regolari bonifici, la cosa potrebbe richiedere accertamenti da parte del GSE, che potrebbe anche confrontare fatture di acquisto e di vendita dei singoli materiali, prima di concedere ed approvare il piano incentivante.
Finalmente si eviterà che sia incentivata anche l’evasione.
Lorenzo Lo Vecchio
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