Negli ultimi mesi dell’anno appena conclusosi abbiamo registrato un considerevole aumento delle domande di aziende e privati che ci hanno chiesto di quantificare con un business plan adeguato il ritorno economico e finanziario di investimenti, più o meno ingenti, indirizzato alla realizzazione di impianti fotovoltaici, incentivati per 20 anni dal Conto Energia.

Se in un primo momento le richieste potevano essere imputate alla esigenza di chiudere nuovi impianti entro il 31 dicembre 2009, al fine di non perdere il 2% di incentivi statali scattato dal primo gennaio 2010, da una analisi più approfondita ci siamo resi conto che non era questo l’obiettivo desiderato.

Un nostro cliente, difatti, ci ha confidato di avere utilizzato lo scudo fiscale, voluto dal Ministro dell’Economia Tremonti (nella foto), per riportare in Italia somme di danaro che aveva depositato all’estero, sia per propria tranquillità, sia per l’esiguo versamento richiesto come contropartita fiscale.

Il problema che si poneva questo cliente era su come reinvestire in Italia il denaro proveniente dallo scudo fiscale e voleva pertanto spiegazioni sul funzionamento del Conto Energia e sulla capacità finanziaria di rendimento di un impianto fotovoltaico.

Senza volere condizionare le scelte di nessuno (non potremmo neppure farlo per Legge), abbiamo comunque evidenziato al nostro cliente l’alta redditività di un impianto fotovoltaico, ipotizzando un investimento di 200.000 Euro. Vediamo, dunque, di ripercorrere insieme questa strada.

Partiamo dal costo dell’impianto, che giustifica una installazione su tetto, parzialmente integrata, pari a 52 chilowatt di picco (kwp).

Nella zona da noi prescelta, la provincia di Enna, l’impianto produrrà annualmente 76.960 chilowattora (kwh) annui, che verranno corrisposti dal Conto Energia (ogni anno per 20 anni) da Euro 0,355 al kwh, quindi Euro 27.320,80.

Ciò per quanto riguarda gli incentivi statali, ma a questo incasso va aggiunto quanto prodotto dalla vendita alla rete della energia prodotta (unitariamente Euro 0,1011 al kwh), per un totale di Euro 7.780,66. Questa cifra non tiene conto degli aggiornamenti del prezzo dell’energia, che verosimilmente aumenterà negli anni.

Sommando i due ricavi, si ottiene un valore annuo di Euro 35.101,46, che è l’esatto valore del rendimento dell’investimento di Euro 200.000, vale a dire il 17,5%.

Da questo valore va detratto il costo della manutenzione dell’impianto (ca. Euro 1.300/anno) ed il costo della Assicurazione (ca. Euro 1.100/anno), oltre all’affitto dello spazio-tetto, che in questo caso sono 700 mq. (valore pari a ca. Euro 2.200/anno).

Resta un rendimento pari al 15% annuo, cui va dedotto il 5% per il recupero del capitale investito, ma alla fine dei 20 anni l’impianto non viene smaltito, perchè continuerà a produrre kwh.

Nella trattativa per il rilascio ventennale del diritto di superficie può comunque rientrare la cessione di una parte dell’energia prodotta, ad uso del proprietario del tetto (condominio o capannone industriale).

Pubblicato lunedì 04 Gennaio 2010 da Alberto Mancini