Il mondo del risparmio energetico è davvero affascinante. Lo abbiamo riscontrato con gli impianti fotovoltaici, dove tutti sapevano di tutto, ma l’ignoranza regnava e regna regina. Lo riscontriamo con le luci a led, dove chi fa da sè spende per tre. E lo vediamo nel settore delle caldaie a pellet, dove raffinatezza e tecnologia vanno a braccetto, ma di cui pochi sembrano accorgersene.

Il risparmio energetico, come detto, affascina e per questo motivo tutti ci si vorrebbero buttare, installatori e fruitori, ma ha un difetto grande grande: per risparmiare veramente, sostenendo anche investimenti di non poco conto, è bene capire innanzi tutto che gli strumenti atti ad ottenere questo risultato sono il frutto di una tecnologia avanzata, che bisogna conoscere.

Per cercare di spiegarmi meglio: se io scarico un sacchetto di pellet dentro una qualsiasi stufa a legna, il combustibile brucia ma io non ho risparmiato un bel nulla. Anzi ho speso molto di più che se avessi alimentato la fiamma con ceppo d’albero. Intendo dire che da quella semplice stufa a legna ad una caldaia a pellet è stata percorsa tanta strada ed è stata affinata una tecnologia che, ancora oggi, non ha ultimato di evolversi. Pensate che si fa risalire la prima caldaia a pellet ai primi Anni 70, in Austria.

Il pellet è di moda e, così, anche i produttori tendono a soddisfare la crescente richiesta con una progettualità antica, anzi sorpassata. La nuova tecnologia, infatti, è sempre più tesa a raggiungere il massimo efficientamento, riducendo gli spazi, offrendo un miglior comfort per l’approvvigionamento del combustibile, minimizzando la manutenzione e facilitando la pulizia ordinaria. La miglior caldaia a pellet è quella che non  impegna per il riempimento del serbatoio, è quella che dopo un anno di lavoro all’interno rimane pulita come il primo giorno, è quella che meglio si adatta ad ogni genere di scarichi, è quella che produce la minor condensa e pochissima cenere.

Come sceglierla? Come da sempre scriviamo su questo blog, non si può prescindere dall’attivare un project manager o installatori esperti. Meglio il primo che i secondi, perchè questi ultimi, spesso ma non tutti, tendono a facilitare al massimo il proprio lavoro e a ottimizzare il loro guadagno, scegliendo prodotti non sempre consigliabili e a basso costo. Il cliente lo si accontenta nel tempo, non alla presentazione della prima fattura.

Un piccolo segreto, però, ve lo sveliamo. Se aprocciate l’acquisto di una caldaia a pellet, fatevi mostrare come la caldaia, automaticamente, si rifornisce del combustibile. La maggior parte delle caldaie vengono alimentate da una coclea che risucchia il pellet dal serbatoio e, secondo richiesta della camera di combustione, cede alla fiamma la quantità necessaria. Per fare confluire il pellet nella caldaia, ci sono due strade: a cascata o a spinta. Nel primo caso il pellet cade dall’alto per forza di gravità, nel secondo caso viene sospinto da una pompa sulla base del bruciatore. Nel primo caso il pellet, prima di prendere fuoco, tende a soffocare (poco o tanto) la fiamma che, difatti, cambia colore. Da rossa diventa blu. Nel secondo caso, invece, la fiamma viene aiutata a restare accesa, migliorando l’efficienza di tutto il sistema e preservando la griglia, che durerà molto più a lungo.

E cosa vuol dire migliorare l’efficienza? Vuol dire che per parametrare un litro di gasolio o un metro cubo di metano o di GPL, ci vogliono molto meno pellet. Con ulteriore ragguardevole risparmio.

Pubblicato lunedì 28 Ottobre 2013 da Alberto Mancini