Ricordo che circa due anni fa, una crisi simile aveva tolto la corrente elettrica per una settimana a buona parte delle zone industriali di Bulgaria e Turchia. Allora l’avevano chiamata la crisi di Gazprom, quando il colosso russo (proprietario dell’oleodotto più grande d’Europa) si vide chiudere i rubinetti proprio sul confine ucraino.
Oggi ci troviamo in una situazione ancora più complicata, perchè gli interessi commerciali di Russia e Ucraina vengono mascherati dietro interessi di carattere politico e etnico, coinvolgendo i popoli direttamente interessati e le nazioni di gran parte del mondo occidentale.
In tutto questo c’è chi spera di guadagnare una sacco di soldi, speculando a piene mani. I Paesi nordici, Norvegia in primis, e gli Stati Uniti si offrono con la loro produzione di gas già in sostituzione di quella russa. Molto cortesi.
Ci troviamo dunque nel bel mezzo di un capitolo molto rischioso della storia politica e economica dell’Europa, una crisi senza precedenti che potrebbe vedere le nostre aziende e le nostre famiglie sotto ricatto perpetuo, dall’una e dall’altra parte. Gli speculatori, lo sappiamo bene, non hanno pietà e laddove c’è da raschiare il fondo del barile, loro lo fanno senza guardare in faccia nessuno.
Coloro che abitualmente ci vendono l’energia non sono da meno e non vedono l’ora di approfittare del momento per aumentare il costo di bollette elettriche e del gas, per ingigantire indebitamente i loro già lauti profitti. Abbiamo visto aumenti sconsiderati nel mondo del petrolio, subito dopo la crisi libica, e gli effetti di questi aumenti continuiamo a pagarli alla pompa tutt’oggi.
Dunque, che fare? Certamente sono i governi coloro i quali ci devono difendere e devono prevedere gli effetti disastrosi sulle già traballanti finanze di famiglie e aziende. Purtroppo abbiamo visto che in passato i governi se la sono intesa più con le grandi majors che non con la propria gente, quindi dobbiamo rimboccarci le maniche e, per quel che possiamo, dobbiamo precedere gli eventi prima che sia troppo tardi e che i costi per correre ai ripari diventino troppo onerosi.
Prima di tutto, per chi lo può fare, è necessario abbandonare il mondo del gas, rinunciare al contatore e rendersi indipendente. Come? Chi possiede una casa singola, una villetta con un locale tecnico (es. un box, una lavanderia) deve cominciare ad esaminare la convenienza di commutare la propria caldaia da metano (o gasolio) a pellet. Il pellet è un combustibile che costa molto meno, è più ecologico e non è collegato ad alcun contatore. Le caldaie a pellet provvedono al riscaldamento e all’acqua sanitaria senza che russi, norvegesi, americano o arabi ce ne chiedano conto. E, se un giorno aumenteranno anche il costo del pellet, state pure tranquilli che prima avranno aumentato dieci volte di più il costo del metano.
E in cucina come si fa? Oggi esistono sul mercato piastre ad induzione, i cui consumi elettrici sono molto più convenienti dei fornelli a gas. Costano veramente poco e sono anche più sicure.
Per coloro che, invece, non hanno la possibilità di installare una caldaia a pellet, la convenienza è quella di ridurre i consumi con una caldaia a condensazione. In ogni caso questo rimedio è molto meno conveniente della soluzione precedentemente esposta.
Risolto il problema del gas, come fare per la corrente elettrica?
Dividiamo i consumatori in due macro categorie: aziende e famiglie. Le aziende che possono usufruire di grandi spazi farebbero bene a dotarsi di un impianto fotovoltaico. Questa soluzione, che fino al 2013 era percorsa con molto favore, grazie agli incentivi statali e al Conto Energia, oggi non viene più privilegiata, perchè nel nostro Paese la parola “furbo” è quasi sempre sinonimo di speculatore finanziario. In Italia è furbo chi non paga le tasse, chi va a fare la benzina in Svizzera, chi non assolve ai propri debiti, chi fa il fotovoltaico se glielo paga lo Stato.
Anche se non ci sono più gli incentivi del GSE, oggi un impianto fotovoltaico (laddove è possibile installarlo) è una necessità e una assicurazione contro i rincari dell’energia, se non addirittura contro possibili interruzioni sulla sua erogazione. Una azienda che si premunisce, anche utilizzando moderni sistemi di accumulo, fa un investimento intelligente che porta buoni frutti nel presente e che preserva verso il futuro.
Un’altra operazione intelligente, anzi necessaria, è quella di risparmiare sulla illuminazione, ove peraltro è possibile beneficiare delle detrazioni fiscali come da D.L. 147 del 27 dicembre 2013 (Legge di stabilità). Girando in macchina si vedono uffici illuminati fino dalle prime ore del mattino, d’estate e d’inverno. Pensate agli sportelli bancari, a quelli postali, ai magazzini logistici, ai garage multipiano, ai bar, ai negozi di vario tipo. Sono tutti impelagati con consumi enormi per illuminare. Oggi è possibile modificare molto efficientemente l’illuminazione tradizionale con luci a led di nuovissima generazione e di fabbricazione europea (anche alcune aziende cinesi producono bene, ma si consiglia sempre di affidarsi a professionisti del settore per evitare fregature).
Gli impianti a led portano a risparmi da un minimo del 50% fino anche ad un 80% sui consumi attuali. Sono molto convenienti quando le ore di accensione giornaliere superano le 7 ore di media e quando i giorni di accensione all’anno superano i 250. Oggi, inoltre, esistono forme di noleggio operativo sui led, pertanto la riduzione dei consumi esce a costo zero, protraendosi anche oltre un ventennio, grazie alla lunga durata delle luci a led, rispetto alle lampade tradizionali. Spesso il raffronto è tra 6.000 ore a 50.000 ore. Si risparmia, dunque, anche sulla manutenzione. Ogni giorno che passa senza illuminare con i led, sono una regalia immotivata che si fa a Enel (costo energia) e allo Stato (accise).
Il mondo dei led in Italia è ancora piuttosto sconosciuto e questo è un grande danno per se stessi e per la comunità.
La seconda macro categoria è quella delle famiglie. Qui la bolletta elettrica è possibile abbatterla soltanto mediante l’uso del fotovoltaico che, peraltro, può essere dotato di sistemi di accumulo molto convenienti, che ci permettono di essere assolutamente indipendenti dalla rete elettrica nazionale. In ogni caso il sistema di scambio sul posto ci consente di utilizzare tutta la corrente prodotta, senza perderne un solo chilowatt.
Anche per le famiglie i led possono essere convenienti, ma i consumi sono talmente ridotti, che il beneficio si sente davvero poco.
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